Il tao

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Metà pomeriggio. Grande negozio di abbigliamento di una famosa catena, in una via del centro.

Entro con mio figlio diciottenne, che ha assolutamente bisogno di un paio di pantaloni di una nuova, leggerissima diversa nuance di colore. La differenza la coglie solo lui. Ma non può farne a meno, per riuscire nell’ennesimo perfetto abbinamento. Lui cammina bello dritto, alto, con le sue gambe lunghe, col capello “fatto”, un po’ di gel sul suo taglio impercettibilmente asimmetrico ma affatto casuale, lo sguardo altamente sofistico, tutto abbinato, tutto che non fa una piega, pronto per Pitti Uomo.

Ed io che arrivo sempre un passo indietro, un pelo trafelata. Nonostante la scarpa comoda. La borsa a tracolla che mi gira ancora di più la giacca di sghimbescio. Un po’ stropicciata. Abbinata neanche a parlarne. I capelli tagliati non mi ricordo quando. La ricrescita si vede da parecchio lontano. Lo sguardo un po’ sperso di chi non va spesso in centro e lo shopping non è il suo mestiere.

Ci aggiriamo per un po’ alla ricerca del perfetto manufatto. Lui con leggerezza ed io con fatica, come se camminassi in salita.

E poi c’è l’incontro.

Il perfetto, inaspettato incontro. In due nanosecondi netti, con una sola occhiata, cogli tutto. E vedi anche, nel rifletterti nelle pupille dell’altro, che ha avuto la tua stessa percezione. Non vi conosco, non vi ho mai visti, ma vi ho colti subito.

Una di quelle mamme belle. Non una bellona, ma di quelle che sono belle per natura. Vestita che tutto le funziona bene. I capelli come quelli della pubblicità dello shampoo. Un velo di trucco, e qualche briciola di gioiello. La borsa portata con stile sul braccio piegato. Tacchi, ovvio. Ma lo sguardo….

Insieme a lei la figlia adolescente. Le spalle un po’ incurvate. Sbuffante ma rassegnata. Un po’ la sfida e un po’ le fa quasi pena quella mamma bella. Che l’ha trascinata fino lì. E lei è venuta, un po’ per accontentarla e un po’ perchè non riusciva più a scappare. Ma lei il centro lo odia, le gonne le odia, i pettini…. chiaramente li odia. Non le piace un solo pezzo di quella roba di quel negozio. Le piace la roba che ha già, che le sta lì appesa addosso, lisa. La provo, ti accontento, ma non pensare di comprarmela, starà nell’armadio per sempre.

E così condividiamo per un attimo i nostri percorsi. Ci siamo dette tutto in un attimo, come due vecchie amiche, senza una parola.

Siamo come il Tao. Identico ed opposto. Stesso ruolo in opposte maniere. Stessa protesta in opposto stile.

Cosa facciamo? Ci scambiamo i vestiti….. o i figli?

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